A seguito di una ricerca sulla condizione abitativa delle persone anziane, condotta nel 2011 dall’associazione Casematte in collaborazione con Seldon Ricerche, con il contributo di CGIL-SPI, CISL-FNP, UILP e del Programma Housing della Compagnia di San Paolo, si è rafforzata la convinzione della necessità di sperimentare azioni atte a migliorare la qualità della vita e a garantire il mantenimento dell’autonomia abitativa di coloro che invecchiano.
In concomitanza con la conclusione della ricerca e la presentazione dei risultati in ambito sindacale, il gruppo di ricerca è stato coinvolto con in una un'iniziativa delle Organizzazioni Sindacali dei Pensionati (SPI, FNP e UILP) per la riqualificazione del quartiere Bellavista ad Ivrea , iniziativa che ha preso avvio nei mesi scorsi con la somministrazione di un questionario relativo al tema dell'abitare in quartieri periferici, attraverso un' indagine promossa dalla CGIL nazionale.
Dai primi esiti emerge come in quest'area della città eporediese risulti necessario affrontare i bisogni legati all'abitare della popolazione anziana, con particolare accento a quelli inerenti l'accesibilità degli immobili, la dotazione di servizi e il superamento della solitudine.
In questo complesso la tipologia abitativa della stecca (3-4 piani fuori terra) non è dotata di impianti di risalita e presenta barriere architettoniche anche all'interno degli alloggi.
Il complesso, nato come risposta abitativa per gli operai dell'Olivetti, è contraddistinto dalla presenza di un atteggiamento culturale ricco e fertile, gli abitanti provengono da una fervida tradizione di autogestione: i servizi sportivi e ricreativi nonchè delle attività di cura e manutenzione delle parti comuni, tradizione che nata nel solco della cultura della fabbrica e comunità, si mantiene accesa e riemerge costantemente.
Qui la popolazione residente, che vede oggi un’alta percentuale di ultra 65enni (30%) e una percentuale ancora più alta di over 50 enni (50%), ha un capitale culturale e sociale che oggi si esprime, da un lato, nel desiderio di progettualità per invecchiamento attivo attraverso il superamento delle barriere architettoniche perché inducono all’isolamento e l’inserimento precoce in Casa di Riposo, e dall'altro auspicando accompagnamento e sostegno nella implementazione di reti di legami di vicinato.
Oggetto dell'intervento sono alcuni Condomini collocati nel quartiere Bellavista a Ivrea, quartiere a sud della città, confinante con il Comune di Pavone Canavese.Per fronteggiare la crescente domanda di abitazioni, connessa all’espansione dell’Olivetti, tra il 1958 e il 1962 l’Azienda promuove un altro insediamento residenziale sud di Canton Vesco viene progettato il nuovoquartiere di Bellavista, per 4000 abitanti. La progettazione urbanistica, affidata nel 1957 a Luigi Piccinato, prevede che il complesso, con ampie aree verdi e a bassa densità abitativa, sia delimitato da una strada perimetrale da cui si dipartono le vie di accesso ai vari edifici; al centro sono posizionati la chiesa, le scuole e gli edifici per i servizi. Le prime costruzioni sono del 1960-61 con finanziamenti ottenuti da Ina-Casa; in seguito, accanto alla Olivetti interverranno anche la Gescal e l’IACP. http://www.storiaolivetti.it/percorso.asp?idPercorso=555
[…] il Quartiere Bellavista, anche se segnalato come stazione MAAM (Museo a cielo aperto della architettura moderna di Ivrea), ha subito negli ultimi anni una lenta esclusione territoriale e sociale rispetto al centrohttp://webthesis.biblio.polito.it/2303
Il modello è quello della città giardino con spazi comuni e giardini di proprietà comunale che consistono in: un circolo sportivo affidato ad un’ associazione che è nata come forma di autorganizzazione dei residenti negli anni 60 per rispondere ai bisogni di movimento dei figli degli assegnatarie e attualmente in fase di riconversione verso un circolo ricreativo privato che recentemente ha destato preoccupazioni in merito ad una potenziale conflittualità con i residenti a causa dei lavori non autorizzati che hanno eliminato i campi da bocce.
Il quartiere residenziale è costruito intorno alla piazza primo maggio: che vede un offerta minima di commercio che è contornata da un porticato. C’è un supermercato, una tintoria, un bar molto frequentato, un’edicola, un parrucchiere, un negozio di abbigliamento.Sempre nel cuore del quartiere trova sede il Centro d’incontro: struttura nata come cinema, da subito riconvertito a centro d’incontro gestito dal comitato di quartiere. Attualmente sottoutilizzato: è disponibile per chi ne faccia richiesta. E’ sede di un laboratorio di falegnameria collegato alla Università della Terza età e di un centro giovanile.
L’edificato è immerso in ampi spazi verdi e giardini che pur essendo di proprietà comunale, vengono mantenuti la da un gruppo di residenti la cui gestione è portata avanti auto-organizzato. La Parrocchia è di recentissima costruzione.